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"Ser Gerard ha bisogno di me?" Efrem sospira chiudendo lentamente gli occhi.
Il libro si chiude di schianto con un rapido movimento della mano. Anche il togliersi gli occhiali e metterli in tasca si rivela qualcosa di stranamente minaccioso, quasi meccanico.
Il cappellano allunga le dita verso il bastone che tiene a portata di mano: un robusto ramo di quercia, lucido e con un muso di leone sull'impugnatura e una zampa dello stesso nobile felino in fondo, dono dell'ordine per i suoi primi 20 anni di servizio.

Un po' trascinandosi e un po' arrancando, l'uomo si avvicina alla porta. La mano destra, libera, afferra come un artiglio la spalla di Pietro.
"Maggiore convinzione, ragazzo" ringhia Efrem allo scudiero "Nostro Signore non ha bisogno che i suoi guerrieri se la facciano nelle mutande."